Hitori Kakurenbo - Nascondino da solo

Oneshot #01 - COMPLETATA

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    Hitori Kakurenbo - Nascondino da solo



    Essere soli e senza amici è duro da accettare, soprattutto per la giovane Christine, una studentessa di 16 anni. È sempre stata una ragazza timida e asociale, quindi non ha mai avuto dei veri amici; è sempre stata sola e il suo più grande desiderio era quello di avere un amico tutto per lei: questo le ha causato un lungo periodo di isolamento e depressione, in cui la sua unica felicità stava nel coccolare e cullare una bambola. Dopo 2 lunghissimi anni ha superato quel difficile momento, ma ancora adesso ne risente. Fuori piove, in casa non c’è nessuno. Christine è chiusa in camera sua davanti al computer, l’unico suo contatto con il mondo: con il suo PC scopre cose nuove e sempre più interessanti per lei, soprattutto con quel che riguarda il soprannaturale e il mistero. Cercando informazioni su leggende metropolitane e credenze popolari è capitata su una pagina su cui si parla di un gioco, Hitori Kakurenbo: in sito dice “Hitori Kakurenbo, o conosciuto con il nome di Nascondino da solo è il gioco perfetto per chi è solo o non ha la possibilità di stare in compagnia..” Dopo aver letto solo poche righe Christine decise che questo gioco era quello che faceva per lei, essendo una ragazza sola e senza amici ma che vuole provare a divertirsi. Continuò a leggere: “..per poter giocare occorre poco: una bambola di stoffa, del riso per riempire completamente la bambola, ago e filo rosso cremisi, uno strumento tagliente, acqua e sale, un bagno con vasca e un nascondiglio, preferibilmente purificato con incenso e con una televisione. Dopo aver preso tutto l’occorrente togliete la testa alla bambola e riempitela con il riso, tagliatevi delle unghie e mettetele dentro la bambola e ricucite la testa con il filo rosso. Dopo di che lasciate lì la bambola, andate in bagno e riempite la vasca di acqua, andate nel vostro nascondiglio e mettete a terra la tazza con acqua e sale …”. Christine era così eccitata all’idea che non lesse tutto e andò subito a prendere tutto l’occorrente per la preparazione. Mentre preparava il tutto sorrideva e non vedeva l’ora di giocare. Dopo 10 minuti circa era tutto pronto: bambola, bagno, nascondiglio, tutto. Tornò al computer e lesse il procedimento successivo: “Date un nume alla bambola ma non il vostro; aspettate che siano le 15 del pomeriggio e dite alla bambola tre volte “(il vostro nome) è il primo” e poi mettete la bambola nella vasca piena d’acqua. Spegnete le luci di casa, tornate al nascondiglio e contate fino a 10, dopo di che tornate in bagno e dite alla bambola “Ti ho trovato, (nome della bambola)” e toccatela con il lo strumento affilato. Ora è il vostro turno di nascondervi e per far iniziare il gioco dovete lasciare lo strumento lì e dire “E’ il tuo turno (nome bambola)” e correte nel nascondiglio..” Che dire, Christine in un attimo fece tutto e non vedeva l’ora di vedere che cosa succedeva: non voleva perdere tempo con il suo turno, così fece iniziare subito Ellen, la sua bambola. Le luci erano spente, si sentiva in sottofondo solo il rumore statico della TV, come dicevano le istruzioni; Christine aspettò e aspettò, ma dopo più di 15 minuti non succedeva ancora nulla. Decise di abbandonare il suo nascondiglio, andare a prendere la bambola in bagno e mettere fine a quella sciocchezza: credeva davvero che sarebbe successo qualcosa? Rammaricata e arrabbiata con sé stessa si diresse sconsolata verso il bagno, accendendo le luci di casa dove passava. Tutto normale fin ché.. non si accorse che la bambola era sparita. Si guardò attorno con aria sorpresa e lì per lì pensò solo che, per colpa della sua sbadataggine, l’abbia lasciata in un altro posto, ma questo dubbio svanì quasi subito, rivedendo nella sua mente, come un film, le azioni che aveva svolto 15 minuti prima. Ma allora dove era la bambola? Che fine aveva fatto Ellen? Il panico cominciava a farsi sentire e nella sua mente viaggiavano pensieri come “Ma allora è viva? Oppure ho sbagliato il procedimento? Che cosa devo fare?” uscì con molta cautela dal bagno e si diresse verso la sua stanza al piano di sopra, facendo attenzione attorno a sé: dopo aver letto tantissime storie come questa non riusciva a non pensare al fatto che stava succedendo veramente, e lei si trovava in pericolo, ma un’altra parte di lei le ricordava che eventi sovrannaturali come quelli non esistono. Arrivò in camera e appoggiò la sedia alla porta, per non fare rumore con la chiave nella serratura; andò al PC e contrò meglio le istruzioni: “.. ogni cambiamento al procedimento potrebbe causare un effetto collaterale: noi non ci prendiamo alcuna responsabilità di eventuali stranezze durante il gioco ..” Ecco, era tutta colpa sua; se avesse seguito passo passo il procedimento non si troverebbe in questa situazione, e quindi non dovrebbe subire un peso psicologico come quello: magari non era nulla, e si era solo confusa e magari la bambola era ancora al suo posto, oppure aveva fatto l’errore più grande della sua vita. Era concentrata sul PC, quando sentì un rumore provenire dal corridoio fuori camera sua: erano come passi, ma il suono era leggero non come i passi di un adulto. Trattenne il respiro. Tutto attorno a lei era silenzioso, si sentiva solo la pioggia sulla finestra, ma anche quel rumore era più leggero e meno fastidioso. Un passo, un altro, un altro ancora, e poi il silenzio assoluto. Dopo circa 10 secondi si sentì come un grattare sula porta, simile a quello dei gatti o dei cani che con le unghie graffiano la superficie per attirare l’attenzione del padrone per farsi aprire. La cosa strana è che Christine non ha un cane, e nemmeno un gatto. Si stava chiedendo cosa potesse essere quel rumore, ma sapeva già la risposta. “Maledetto sia il momento in cui ho deciso di fare quello stupidissimo gioco.” pensò Christine, sempre più terrorizzata e angosciata. Si guardò attorno per cercare una possibile arma, ma l’unica cosa che vedeva erano i libri di scuola, il PC, e qualche piccolo soprammobile di plastica. Poi il suo sguardo cadde sulla lampada che teneva sul comodino vicino al letto: staccò la spina, la avvolse attorno al collo della lampada e la impugnò come una mazza da baseball: era pronta. Il rumore di graffi continuava imperterrito per un minuto, per poi arrestarsi di colpo. Forse era tutto finito? No. Si sentì un tonfo fortissimo contro la porta, un altro, un altro ancora: la sedia che era stata appoggiata cadde a terra verso Christine. La porta cominciò ad aprirsi lentamente, senza scricchiolare e senza alcun altro rumore: la luce penetrante che veniva dal corridoio veniva spezzata da una figura piccola e scura di cui non si riusciva a vedere nient’altro che la forma. Ma questo bastò a Christine per confermare tutti i suoi dubbi: capelli ricci e legati da due fiocchi, vestito largo e scarpette senza tacco, era Ellen; sarebbe stato anche bello vederla, ma non se in mano teneva un coltello da cucina ben affilato. Il sangue di Christine raggelò nelle vene: aveva tantissima paura e non sapeva che cosa aspettarsi da una bambola maledetta in possesso di un’arma da taglio. “Christine, ti ho trovato!” disse Ellen e cominciò a camminare verso la padrona, con l’intenzione di toccarla con la lama, ma Christine sapeva benissimo che lei non l’avrebbe toccata solamente, ma sarebbe andata oltre, molto probabilmente uccidendola. La ragazza prese il poco coraggio in corpo e colpì la bambola con la lampada, per poi scappare via verso il suo nascondiglio, dove teneva l’acqua salata. Per finire il gioco bisognava mettersi in bocca un po’ di acqua salata e poi sputarla addosso alla bambola e dire “Ho visto” per tre volte. Christine correva verso la sala, verso la sua unica salvezza. La paura le bloccava le gambe e rendeva davvero difficile la fuga alla ragazza.
    Arrivata al nascondiglio Christine si sentiva finalmente al sicuro e rallentò la corsa e si chinò per prendere l’acqua salata ma.. la ciotola era vuota, e l’acqua era stata tutta rovesciata a terra. Gli occhi della giovane divennero vuoti e privi di ogni emozione, completamente persi. La sua unica speranza di salvezza era svanita nel nulla, come un fiocco di neve al sole. Tentò di rialzarsi e di pensare velocemente ad una possibile soluzione: cominciò a dirigersi verso la seconda porta della sala che porta all’entrata della casa, e poi se ne sarebbe semplicemente andata via a chiamare aiuto. Tutto vano, tutto inutile. La piccola bambola le sbucò davanti facendola cadere all’indietro. Christine si stava già rialzando, quando Ellen le conficcò il coltello in una gamba per evitare di farla fuggire. Il dolore era immenso e le urla di dolore fortissime, tanto da far fuggire i colombi che erano appollaiati al riparo dalla pioggia su una finestra al piano superiore. La ragazza cercò di togliersi lo strumento dalla gamba ma la bambola la anticipò, per poi ferirle anche il secondo arto inferiore. Le lacrime di dolore sgorgavano dagli occhi pieni di paura di Christine, che non voleva ancora arrendersi, ma sapeva che tanto non avrebbe fatto nessuna differenza. La bambola si spostò nella cucina adiacente la sala in cui si trovavano e prese un secondo coltello, uno molto più grande e più pericoloso di quello precedente. Tornò indietro e, afferrata la mano di Christine e appoggiata a terra, cominciò ad amputarle le dita, una dopo l’altra. Le urla si facevano sempre più forti e acute, ma allo stesso tempo troppo flebili per attirare l’attenzione dei vicini. Urlava per il dolore, chiedeva aiuto, implorava pietà. Christine sarebbe morta presto, e anzi, sperava il prima possibile, per mettere fine a questa tortura in fretta. Ma la piccola bambola non la pensava così, e voleva divertirsi il più possibile con il suo “giocattolo” prima che quest’ultimo non fosse stato completamente inutile. Tagliava dita, mozzava gli orecchi e, per finire in bellezza, le sventrò il petto per poter toccare con le sue piccole mani di bambola il cuore della persona che aveva appena giocato con lei.

    La vita di Christine era malinconica e triste, senza amici o felicità alcuna, ma forse sarebbe stato meglio per lei se avesse continuato a vivere così; sarebbe bastato seguire le regole del Hitori Kakurenbo alla lettera, ma lei non lo poteva sapere, nessuno poteva saperlo.
     
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  2. Morgænstern`M I C H Y
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    Finalmente ho letto.
    ODDIO.
    ODDIO.
    Sono pure saltata in aria quando all'improvviso squillò il cell di casa XD
    Bellissima comunque <3 paurosa ma bellissima <3
     
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    Ommamma grazie Michy *^* AHAHAHA non pensavo facesse davveropaura X° All'inizio volevo farla più lunga la parte della tortura, ma dopo un pomeriggio che scrivevo mi ero stancata e l'ho interrotta così ç^ç
    Grazie ancora Michy *A*
     
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  4. Morgænstern`M I C H Y
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    pregooo <3
    Mi piacciono le cose con una "vena" paurosa. Mi fanno "esaltare" tanto --> si guarda film horror quando è da sola, solo per poter provare quell'emozione X°D
    <3 <3
     
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    AHAHAHAH X° Oh bhe io mi drogo di videogiochi horror ù.ù
     
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  6. Morgænstern`M I C H Y
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    Quelli mai provati - ho la ps2 ed è già tanto se ho KH e FF :c -
    e vorrei comprare la psp per gli otome.. XD
     
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    Io seguo dei gameplay su Youtube, è molto più comodo X°
     
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  8. Morgænstern`M I C H Y
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    AAAAAAAAAAAH furbetta u.u <3
     
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  9. Misaki'
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    Bellissima *w* anche se non sono una fan di questo genere, mi è piaciuta davvero un sacco **
     
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    Grazie mille Vane ^^ Allora la prossima volta scriverò una FF di genere diverso C:
     
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    Quoto in tutto per tutto la Vane. *^*
     
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    Grazie Akari-chan.
     
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  13. Ðemons
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    Che dire?
    F-A-V-O-L-O-S-O *w*
    Mi è piaciuta dalla prima parola fino all'ultima, nessuno eccezione. Ho davvero adorato come hai descritto la scena, la paura di Christine e tutto il resto (anche se avrei voluto che descrivessi di più quando la bambola torturava la ragazza ma vabbè u.u). Ti chiederei di scrivere un'altra ff sul genere horror mi renderesti super felice :3
     
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    Waaaa grazie mille *^* Non pensavo potesse piacere così tanto *w*
    Anche io all'inizio avrei preferito allungare di più quella parte, ma era tutto il giorno che ci lavoravo e volevo completarla a qualsiasi costo X° Magari appena ho voglia ci rimetto le mani ^^
    Certo, appena la mia ispirazione si fa sentire butto giù qualche idea per una prossima Oneshot horror *^*
     
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  15. Ðemons
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    Perfetto *w* non vedo l'ora!
     
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14 replies since 21/1/2014, 17:51   399 views
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